|Pepe nero|
La mia famiglia è originaria della campagna della provincia veneziana da generazioni.
La cucina quotidiana era fatta di gesti semplici, tanti ortaggi coltivati da noi, qualche aromatica per impreziosire le preparazioni al forno, il prezzemolo immancabile a far compagnia ad aglio e olio.
Quando qualche giorno fa ho letto che la challeng del giovedì di italianvegantribe, la tribù vegana su Instagram, oggi era dedicata a erbe aromatiche e spezie, la mia creatività ha iniziato a volare allegra.
Se le mie radici non hanno quasi traccia di spezie se non nelle preparazioni dolci, o giusto per una grattugiata lieve di noce moscata nel purè, la mia tavola oggi abbonda invece di spezie e aromatiche da tutto il mondo, assorbite con avidità nel corso di molti viaggi e di tanta curiosità.
C'era dunque una sorta di "salto" tra ciò da cui provenivo e ciò che sono diventata, almeno per quanto riguarda le scelte tra i fornelli.
Poi mi sono fermata a riflettere e... no, non stavo ricordando bene.
C'è infatti un piatto, uno soltanto, fatto di 2 ingredienti: il "broeton".
Così a casa dei miei nonni materni si chiamava la zuppa di verze, servita sempre caldissima (appunto "che broa"="che scotta") cosparsa di tanto, davvero tanto pepe nero, che amplificava il calore percepito fin dalla prima cucchiaiata.
Eccovi la ricetta, perfetta per i climi umidi e freddi.
Procedimento
Lava la verza e sbuccia la cipolla. Affettale entrambe con fetta dello spessore di 1 cm. Versa in una casseruola (io ho usato una pentola
Le creuset) con l'olio evo e rosola per 10 minuti. Aggiungi una presa di sale e copri con acqua calda. Lascia cuocere a fuoco lento per circa 1 ora (se necessario integrando con altra acqua calda). Qualche minuto prima di spegnere il fuoco, sminuzza a mortaio una manciata di grani di pepe nero e tostali a secco in una padella antiaderente.
Servi la zuppa fumante, cosparsa da abbondante pepe e qualche fetta di pane abbrustolito.