Chi mi segue da un po' conosce la mia ossessione per il kimchi. Per quel suo sapore caratteristico, per la fermentazione, per peperoncino, aglio e zenzero, per le sue proprietà e storia. Anzi storie, probabilmente una per ogni famiglia che tradizionalmente lo fa.
Anno dopo anno mi cimento in questa preparazione, scegliendo ogni volta una delle sue tantissime varianti. Questa volta ho usato il cavolo cinese e la radice di daikon, la carota, tanto zenzero, aglio e peperoncino (ma non quello coreano, che mi dicono essere la vera marcia in più). In particolare ho seguito alcune delle indicazioni presenti nel sito
fermentalista.com, tra cui la salamoia al 6% che è ben spiegata nel sito. Ho tenuto anche valide le indicazioni rispetto alle quantità, variandole leggermente in base al mio gusto. L'anno scorso avevo seguito una ricetta che prevedeva un eccessivo uso di sale, quest'anno invece il criterio generico del calcolo del 6% di quantità di sale sul totale mi è sembrato una valida alternativa, ben motivata.
In effetti il risultato finale mi ha soddisfatto sia a livello di sapore, che olfattivo (che al momento è il mio grande metro per capire se è avvenuta la fermentazione, oltre a un'analisi accurata del prodotto per controllarne eventuali formazioni di muffe).
In generale, vi avviso, questo è un kimchi molto piccante.