Due note dunque sul miglio: l'ho cotto per assorbimento, come faccio per tutti i cereali e pseudo cereali. Diversamente rispetto al riso tipo il Basmati raffinato, ho usato una proporzione di 1:3 (scarso). Per ogni parte di miglio ho usato tre parti (scarse, o 2 e mezzo) di acqua. Prima di cuocere il miglio l'ho tostato a secco per un paio di minuti, perché in questo modo mi pare che risulti più facilmente separabile con la forchetta a fine cottura (non diventa in altre parole una pappa!). Ho salato leggermente l'acqua (un pizzico di sale, ovvero 3 g) e ho aromatizzato l'acqua con 2-3 semi di cardamomo, che ho tolto a fine cottura.
Vi svelo un segreto: come salsa di cicerchie e pomodoro secco ho usato Le biodiverse di
Pralina Salento, buonissima consumata a temperatura ambiente, con l'aggiunta solo di una goccia di succo di limone. Perché oltre che ottime zuppe e vellutate, possono essere adoperate d'estate come alternativa gustosa al più classico humus di ceci.
Le biodiverse aderiscono poi a un meraviglioso progetto di tracciabilità e trasparenza grazie al qr code che trovate su ogni confezione e alla tecnologia blockchain, che vi invito ad approfondire perché permette di conoscere la storia di un ingrediente.
Alla salsa ho aggiunto il succo di mezzo limone e 3 g di sale perchè, dovendo accompagnare il miglio in stile hummus, volevo che avesse un gusto deciso di agrume. Ho poi tagliato i pomodorini, mondato e lavato le aromatiche, la lavanda (trattandosi di una lavanda raccolta in una zona poco inquinata, mi sono limitata a "spolverarla" a secco) e composto il piatto come vedete in foto.
Buon appetito!