Il piatto unico: tofu, miglio e zucchine in padella

Quando gli ho detto che saranno state le 3 o massimo le 4 non aveva dubbi. Secondo Antonio il verso che ci ha svegliati stanotte era il barrito di un cervo. 

Perché il cervo si fa sentire in agosto e oggi è il 2. In agosto e in settembre e giù dal bosco verso il Grigno ne è pieno. 

 

Di lui mi fido. 

Ci ha impiegato 2 mesi a rivolgermi la parola. Intendo l’andare oltre un “salve” qualsiasi, per iniziare a raccontarsi. E’ così che ho scoperto che c’è una grotta che passa tutta lunga lunga sotto il paese, dove si intrufolavano i bimbi negli anni ’60 a sfidare a suon di lanterna di iuta e resina i propri fantasmi. Perché Castello Tesino nasce al confine tra la roccia carsica e il granito e a contatto con l’acqua si forella, creando mondi sotterranei. 

Antonio è stato un forestale e liscia il suo prato ogni 15 giorni. La mamma china a raccogliere erbe selvatiche è una delle immagini della mia infanzia.

Abbiamo iniziato a chiacchierare il mese scorso, quando ha visto che ci stavamo accingendo a tagliare le ortiche ormai ad altezza spalla, armati di un decespugliatore a batteria. In un paese dove tutti si conoscono e, spesso, tutti litigano, credo che gli siamo stati simpatici per l’ingenuo ottimismo che trapelava dal nostro gesto.

Oggi abbiamo trascorso un’altra mezzora assieme. Deposto la nostra arma cittadina per affidarci ai potenti mezzi del simpatico Carlo,  era il momento di passare al livello successivo: una volta tagliate l’erba, vi aiuto io a fare l’orto la prossima primavera.

Avevo appena finito con il giardino. 

La melissa ha creato un sottobosco profumato inaspettato, sotto le foglie un po’ gialle e un po’ annerite, tante piccole melisse a colonizzare l’aiuola. 

La menta è triplicata, ma su di lei non avevo dubbi. Temendo il mio pollice verde ho puntato facile su una pianta invasiva. 

La salvia, ovvero il più grande cespuglio di salvia che abbia mai visto, ha figliato tutt’intorno e anche l’origano spontaneo portato dai prati di Celado lo scorso agosto è ricresciuto qua e là. 

Gli iperici sono diventati 4.

Il mio sabato pomeriggio: qualche spuntatina alle chiome della tamerice, un’ortensia appena recisa da portare in casa, della lavanda per il prossimo oleolito e Antonio in lontananza felice perché finalmente può vedere oltre il confine, adesso che il muro di ortiche é tutto steso a terra. 
Come quando era piccolo e il bosco non c’era. 
Si vedeva fin giù il torrente e c’era il sentiero che portava a Cinte, percorso ogni giorno dagli allievi della scuola di intaglio che arrivavano a Castello per scoprire i segreti del legno. 

Erano gli anni in cui c’erano 3000 abitanti e 33 bar.




Questa ricetta vuole esaltare il sapore e le diverse consistenze di varie tipologie di zucchina, preparate insieme in modo semplice per comporre un piatto unico vegetale adatto alla dieta quotidiana. 
La settimana scorsa sono stata al mercato di Borgo Valsugana e ho acquistato un paio di trombette, un paio di zucchini rugosi friulani e delle zucchine romanesche da una simpatica signora che coltiva biologico nei dintorni. Ho fatto incetta di tutte queste meravigliose varietà perchè non mi capita spesso di trovarne così tante. Voi naturalmente potete adoperare quelle che trovate, il risultato è comunque garantito!

Tagliate a dadi il tofu e lasciatelo marinare nel succo di limone almeno per mezzora. Lavate e mondate le zuccchine, tagliatele a rondelle sottili. Sbucciate e affettate la cipolla, sbucciate, schiacciate e tritate l'aglio. Tagliate a listarelle i pomodori secchi. Mettete tutti gli ingredienti in un wok e rosolateli per qualche minuto, poi aggiungete mezzo bicchiere di acqua calda e fate stufare. Scolate il tofu dal limone e incorporatelo. Cuocete a fuoco vivace finchè le zucchine non sono tenere (ma non spappolate!). Condite con erbe aromatiche fresche in abbondanza e il succo di limone che avete usato per marinare il tofu.

Ho abbinato questo piatto a del miglio cotto per assorbimento in proporzione 1:2,5